Glauco Baruzzi nasce nel 1921 a Lugo di Romagna.
Il padre di Glauco, violoncellista, emigra con la famiglia a Clermont-Ferrand, in Francia, dove il giovane frequenta la Scuola di Belle Arti. Nel 1941 la famiglia torna in Italia, a Milano, ed egli si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico, studio che deve interrompere per la chiamata alle armi. Segue un lungo periodo di guerra e di prigionia.
Rientrato in Italia, nel 1945 Baruzzi vive nello straordinario clima culturale della Brera del secondo dopoguerra, si iscrive all’Accademia di Belle Arti dove segue il corso di Achille Funi, maestro nel campo dell’arte murale.
Si diploma nel 1949 e in quello stesso anno ottiene il primo premio alla “Mostra delle Accademie” a Roma. Vince il premio “Città di Melzo” ed è segnalato al premio nazionale del disegno “Diomira”.
Nel 1950 ha inizio la sua attività, dapprima nel campo dell’architettura d’interni e della grafica, poi nel 1953 in quello dell’arte murale, che lo vede collaborare con architetti e artisti come Muzio, Rogers e Belgioioso, Manzù, Guttuso.
Storica ed esemplare è infatti la sua collaborazione con Giovanni Muzio, a fianco del quale lavora, tra l’altro, alla straordinaria Basilica dell’Annunciazione di Nazareth.
Nel 1953-1954 realizza le vetrate e gli affreschi per la Chiesa del Piccolo Cottolengo a Novate Milanese, in collaborazione con l’architetto Angelo Galesio. Della lunga collaborazione con Giovanni Muzio sono testimonianza i lavori, prevalentemente a graffito, per la Chiesa delle Clarisse a Gorla Minore, 1956, alla Chiesa di San Giovanni alla Creta, Milano, 1961, e soprattutto, nel 1968, alla già citata Basilica dell’Annunciazione di Nazareth, vero capolavoro di Baruzzi. Tra le realizzazioni successive fa spicco il ciclo di vetrate istoriate nella chiesa di Regoledo di Cosio, in Valtellina, 1978-1981.
Contemporaneamente l’artista si dedica all’insegnamento, prima al Liceo artistico di Brera, poi all’Accademia di Brera.
A tali attività, cui è da aggiungere quella, intensa, nel campo dell’incisione e della xilografia, si affianca la produzione più specificamente pittorica, documentata in mostre personali tra cui si ricordano quelle alle gallerie Toti, Milano, 1958, Il Cenobio, Milano, 1961, La Cripta, Milano, 1972, Labus, Brescia, 1977.
Due antologiche, alla Biblioteca Comunale di Lugo di Romagna, 1987, e alla Civica Galleria di Arte Moderna di Gallarate, 1989, ne documentano l’attività complessiva. Del 2004 è poi la grande mostra dedicatagli al Musée du Ranquet di Clermont-Ferrand.
Baruzzi scompare a Milano nel 2009.










