Il sogno del Giardino

Giardino di Torre Liprando

via Giannone 9 Milano

Sabato 30 Settembre dalle 15:00 alle 19:00

AMACI Giornata del contemporaneo

Quintocortile

viale Bligny 42, Milano

Sabato 7 Ottobre dalle 18:00 all 20:00 incontro con gli artisti

La mostra continuerà fino al 13 ottobre nella sede di Quintocortile

Decolonizzare il pensiero

Presentazione di Manuela Gandini

Per una formica, un filo d’erba è grande come un albero e una briciola di pane come una pizza.

Superare la nostra orbita, il nostro sistema di misura e il linguaggio della rappresentazione umana, ci consentirebbe di uscire dall’antropocentrismo tossico che ci rende folli e sviluppare una possibile via di guarigione dalla psicosi collettiva. Che tipo di rappresentazione hanno di noi i ragni, i sassi, le mangrovie? Cosa pensano la foresta e il fiume (Kohn) di questo impettito bipede predatore di ogni bene? Per gli indigeni dell’Amazzonia, la somma di tutte le vite è concentrata nella nostra vita individuale e viceversa. Tutto è interconnesso sebbene vi sia una scarsa capacità di comunicazione. E non si tratta solo degli alberi, dei massi, dei fiumi e dei giaguari, ma anche degli Tsawanu (gli spiriti) che accompagnano ogni vivente. L’epoca oscura che attraversiamo, definita età del Kali Yuga dagli antichi testi induisti, necessita un risveglio capillare e massiccio e la ripresa di strette relazioni con il “naturale”, normalmente considerato altro da noi. L’arte – che già dagli anni Sessanta si allontana dal white cube per scendere in strada con gli Happening e in ampi territori desertici con la Land Art – deborda continuamente dai perimetri istituzionali e dai propri recinti per espandersi sconfinando nello spazio fisico e virtuale. Nel 1970 migrarono tutti verso lo Utah, il New Messico, il Colorado … Robert Smithson realizzò la spirale [Spiral Jetty], che talvolta emerge ancora con la bassa marea, fatta di rocce basaltiche, cristalli di sale, acqua e alghe. Qual è oggi la via di fuga da una società cartesianamente programmata che produce occhi elettronici da collocare ovunque e pretende un’omologazione comportamentale pari a quella dei regimi totalitari? È il colore, che secondo Yves Klein è un’entità intelligente, sono nuove e impreviste forme di relazione, piccoli gesti illuminati e attenti (Fluxus) e l’incrollabile fede nella metamorfosi del tempo. Attraverso la decolonizzazione permanente del pensiero è auspicabile sostituire le concezioni meccaniche e prevedibili con altri inesplorati orizzonti. L’artista è per sua natura nomade e traditore (ABO), un frammento di stella che rompe l’ordinario e trasforma la coscienza degli individui, cambia i punti di vista e, pur non potendo cambiare il mondo, sveglia bruscamente i sonnambuli prima che cadano nel vuoto. C’è una splendida allegoria orientale, la Rete di Indra, che afferma che sopra la terra vi è una rete invisibile che collega tutti i viventi. Ciascun vivente è un gioiello che luccica e si riflette in tutti gli altri gioielli creando un paesaggio spirituale meraviglioso, a noi inimmaginabile. Gli artisti lo intravvedono, a volte.

Da sinistra opere in mostra di: Giannino Tufano, Cristina Cary, Silvia Cibaldi, Antonio Sormani, Stefano Soddu, Antonella Prota Giurleo, Alfredo Mazzotta, Giulio Calegari, Gretel Fehr, Yukoh Tsukamoto, Lorena Pedemonte Tarodo, Johnny Dell’Orto, Pilar Dominguez, Giulia Alberti, Mintoy e Ludwig, Mavi Ferrando, Ugo La Pietra, Donatella Baruzzi, Fabrizio Garghetti, Evelina Schatz.

Iscriviti alla nostra Newsletter